Le auto aziendali sono salve, per loro niente trappola fringe benefit, in quanto c’è un emendamento al decreto Bollette che corregge nuovo sistema di tassazione introdotto dalla Manovra 2025: la proposta di modifica arriva dalla commissione Attività produttive della Camera. Sono esclusi dalla stangata i veicoli aziendali ordinati dai datori di lavoro entro il 31 dicembre 2024 e concessi in uso promiscuo dal 1° gennaio 2025 al 30 giugno 2025.
Auto aziendali salve: cos’è il fringe benefit
I fringe benefit sono vantaggi non monetari che il datore di lavoro può offrire ai dipendenti in aggiunta alla retribuzione principale, come un modo per aumentare la loro soddisfazione incentivandone la produttività. compensi in natura che possono consistere in beni o servizi, come auto aziendali, buoni pasto, assistenza sanitaria. In origine, la Manovra 2025 del governo Meloni aveva previsto una stretta retroattiva per le auto destinate alle flotte aziendali, con tasse più alte per i mezzi a benzina e gasolio, più basse per le elettriche assegnate ai dipendenti, ma ora l’emendamento approvato in emendamento cambia tutto.
Soddisfazione per l’emendamento
“Sono molto contento per l’approvazione di un emendamento con cui si evita che il nuovo trattamento fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo si applichi anche alle situazioni sorte più di recente, inclusi i veicoli ordinati entro la fine del 2024 e consegnati nel primo semestre di quest’anno”, ha detto Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera e responsabile economico di Fratelli d’Italia.
Auto aziendale come fringe benefit: ieri, oggi, domani
Prima dell’ultima manovra il valore del fringe benefit sulle auto aziendali, soggetto a tassazione, era pari ad una percentuale del costo chilometrico variabile in base alle emissioni del veicolo. La percentuale dell’imponibile passava dal 25% del costo chilometrico calcolato su una percorrenza di 15.000 chilometri annui per i veicoli con emissioni di CO2 minori di 60 g/km fino al 50% per i veicoli con emissioni superiori a 190 g/km. Il nuovo sistema introdotto dalla legge Bilancio 2025 distingue invece la tassazione del benefit in base al tipo di alimentazione, portando l’imponibile al 50% del costo chilometrico per tutti i veicoli benzina e diesel a prescindere dalle emissioni. La percentuale scende al 20% per gli ibridi plug-in e al 10% per i veicoli elettrici. Ora, con l’emendamento, retromarcia.
L’obiettivo del governo è di incentivare l’utilizzo di veicoli elettrici e ibridi plug-in, per i quali è previsto un trattamento fiscale più favorevole, ma c’è un impatto rilevante in termini d’imposta dovuta, con l’aumento dei valori in natura derivanti dall’assegnazione in uso promiscuo di veicoli che, pur connotati da basse emissioni, non rientrano più nella categoria dei veicoli elettrici, ovvero ibridi plug-in.
Rimane quindi confinato al primo semestre di quest’anno l’allentamento della stretta fiscale sulle auto aziendali, considerate inquinanti, concesso da un emendamento dei relatori al decreto Bollette. La proposta di modifica esclude dall’aggravio fiscale disposto con l’ultima legge di bilancio i veicoli ordinati nel 2024 e in consegna entro il prossimo 30 giugno. Il decreto è atteso in Aula domani, lunedì 14 aprile, con la richiesta di fiducia. Il provvedimento, che scade il 29 aprile, passerà poi al Senato in seconda lettura.